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Mafia Capitale, approvate nuove regole sulle gare d'appalto

Tra le novità lo stop agli appalti senza gara ad eccezione dei casi di reale emergenza

giovedì 22 gennaio 2015 - Redazione Build News

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Roma Capitale ha varato nuove regole per disciplinare le gare di appalto e rafforzare la trasparenza nei processi amministrativi, attraverso una memoria approvata dalla giunta Marino e redatta dall’assessore alla Legalità e Trasparenza Alfonso Sabella.

MAFIA CAPITALE. “Un atto fondamentale per dimostrare con i fatti che quel Mondo di mezzo, che l’indagine della Procura ha portato alla luce e che ha troppo a lungo inquinato la gestione della città, è finito per sempre”, ha dichiarato il sindaco Ignazio Marino. 

“Da domani”, ha detto Sabella, “tutte le stazioni appaltanti dovranno iniziare ad adeguarsi. Queste regole si applicheranno a tutti i Municipi". E non solo: “Questi criteri”, preannuncia il sindaco, “saranno estesi anche alle municipalizzate e partecipate del Campidoglio”.

STOP AGLI APPALTI SENZA GARA. Il provvedimento contiene regole di contrasto alla corruzione, in particolare con la ricerca sistematica di soluzioni che consentano di non ricorrere più, se non in casi di effettiva ed imprevedibile emergenza, all’assegnazione di appalti senza gara, e cercando di utilizzare al massimo strumenti di trasparenza come la rotazione dei componenti delle commissioni giudicatrici; la pubblicazione sul sito del Campidoglio di tutti gli atti delle gare, ivi comprese quelle informali, per le quali non sussiste il relativo obbligo di legge.

Tra gli elementi di innovazione di questo provvedimento c’è anche:

- la necessità di programmazione degli interventi;

- la decisione di ricorrere, normalmente, a gare aperte e la collegata necessità di motivare dettagliatamente, informandone l’organo politico, tutte le volte che si decide di compiere, per qualsiasi ragione, una scelta diversa;

- il rafforzamento, ben oltre i limiti previsti dalla legge, dei principi di trasparenza, concorrenza e rotazione per tutte le procedure diverse da quelle aperte e che, a partire da adesso, si svolgeranno senza alcuna discrezionalità del centro di spesa nella scelta delle imprese e cooperative da invitare, scelta che sarà invece affidata a sorteggio casuale a rotazione all’interno di elenchi di operatori accreditati;

- l’adozione di procedure di gara analoghe a quelle delle gare aperte o ristrette anche per le gare informali;

- la costituzione di un albo dei soggetti che possono far parte delle commissioni giudicatrici, che verranno sorteggiati a rotazione per ogni singola gara;

- la richiesta agli operatori economici che partecipano alle gare informali in cui l’amministrazione ha facoltà di scelta di ottemperare a una serie di certificazioni tra cui anche una dichiarazione sui finanziamenti effettuati, nell’anno precedente, a partiti o esponenti politici, fondazioni, associazioni, onlus, consorzi collegati a partiti nonché l’impegno al rispetto dagli obblighi derivantim dall’applicazione delle normative antimafia e a denunciare all’Autorità giudiziaria tentativi di estorsione, intimidazione, corruzione.

PRIMA DIRETTIVA. Una prima direttiva, applicabile grazie all’approvazione del bilancio entro tempi certi, invita a pubblicare i bandi relativi ad appalti per lavori, servizi e forniture entro 120 giorni dalla data in cui viene approvato il bilancio di previsione dell’anno cui si riferisce il relativo esercizio finanziario.

Qualora non fosse possibile rispettare quella data, previa comunicazione scritta del motivo del ritardo all’assessore competente, il termine ultimo per la pubblicazione viene fissato al 30 settembre. In ogni caso, salvo ragioni eccezionali, si sconsiglia la pubblicazione di gare nel mese di agosto, perché rischiano di non avere la necessaria diffusione e pubblicità tra i possibili concorrenti.

STOP ALLA ECCESSIVA FRAMMENTAZIONE IN LOTTI. Stop, inoltre, alla eccessiva e ingiustificata frammentazione in lotti delle gare. La direttiva invita a verificare che le singole parti in cui viene diviso un intervento abbiano effettivamente una funzionalità autonoma e un interesse pubblico, e non siano presenti solo allo scopo di abbassare le soglie economiche utili ad eludere l’applicazione delle norme in materia di trasparenza.

RELAZIONI TRIMESTRALI DEGLI UFFICI AMMINISTRATIVI. Altra buona prassi da introdurre sono le relazioni trimestrali degli uffici amministrativi agli assessorati competenti e all’assessorato alla legalità per elencare gli affidamenti diretti, le procedure negoziate in corso con annessa motivazione di tale scelta, importo dei lavori, nome dell’impresa esecutrice e del rappresentante legale. Lo stesso iter dovrà valere per le procedure di estrema urgenza, delle quali andranno indicati anche i tempi di esecuzione stimata ed effettiva dei lavori. Le stesse regole verranno applicate ancora per le convenzioni stipulate con cooperative sociali per le gare che presentato ingiustificati ritardi.

Per forniture e servizi acquistati in modo frequente e ripetitivo, l’invito è quello di ricorrere alla stipula di accordi quadro, almeno triennali, con suddivisione, in lotti economicamente funzionali. Vanno fissati inoltre dei limiti all’aggiudicazione di più lotti da parte dello stesso operatore economico.

Identiche norme dovranno valere anche per le manutenzioni ordinarie.

Andranno inoltre limitati al massimo i contratti di lavori pubblici che non hanno per oggetto la sola esecuzione delle opere ma prevedono anche la progettazione a cura dei partecipanti.

PRIVILEGIARE L'OFFERTA ECONOMICAMENTE PIÙ VANTAGGIOSA SOLO NEI CASI IN CUI SIA NECESSARIO PER MIGLIORARE IL SERVIZIO. Quanto ai parametri per la scelta dei contraenti delle gare, va privilegiata l’offerta economicamente più vantaggiosa solo nei casi in cui sia necessario per migliorare il servizio. La direzione da intraprendere è di attestarsi al rapporto 60/40 nella suddivisione dei punteggi di valutazione tra offerta tecnica e offerta economica (salvo che la Legge non disponga altrimenti, attribuendo, in tal caso, il punteggio più alto possibile all’offerta economica). Vanno limitate inoltre le voci che comportano valutazioni ampiamente discrezionali della commissione giudicatrice. Non si devono inserire nei capitolati voci tecniche che, in realtà, attengono o dovrebbero attenere ai requisiti minimi di partecipazione.

ALBO DEI PRESIDENTI E DEI COMPONENTI DELLE COMMISSIONI GIUDICATRICI. Il Segretariato generale di Roma Capitale dovrà formare un Albo interno dei presidenti (dirigenti) e dei componenti (funzionari) delle Commissioni giudicatrici e procedere alla designazione degli stessi previo sorteggio e, comunque, assicurando la rotazione. Dove il numero dei dipendenti lo consenta, lo stesso meccanismo va adottato anche all’interno dei Municipi.

LIMITAZIONE DEGLI AFFIDAMENTI DIRETTI. Gli affidamenti diretti e le convenzioni con le cooperative sociali, salvo i casi di eccezionale urgenza connessi con la tutela dei diritti fondamentali delle persone, andranno limitati allo stretto indispensabile.

ELENCHI DELLE IMPRESE. Gli elenchi di imprese vanno costituiti entro il primo quadrimestre dell’anno in corso, procedendo all’immediata pubblicazione sul sito del Campidoglio di avvisi esplorativi, segnalando la determinazione di ricorrere, in via esclusiva, alle imprese iscritte nei relativi elenchi per gli affidamenti con gara informale. Per aumentare il livello di concorrenza e trasparenza delle gare, andrà evitato, per quanto possibile, di attestarsi ai numeri minimi di operatori da invitare previsti per legge ed estendere l’invito ad almeno 10 - 15 imprese da scegliere sempre all’interno degli elenchi a disposizione del singolo centro di spesa.

Per le imprese che attestino di aver adottato il modello organizzativo legato alla legge sulla Responsabilità Penale degli Enti, in una prima fase, si prevede un meccanismo di premi nella determinazione dei criteri di aggiudicazione delle gare informali a cui partecipino solo persone giuridiche mentre, a regime, si prevede che imprese, persone giuridiche, potranno avanzare richiesta di iscrizione negli elenchi per le gare informali solo se avranno adottato il predetto modello organizzativo del decreto legislativo anticorruzione n. 231/2001.

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