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Ingegneria, nel report del CNI le criticità e le possibili strade della crescita

Degli oltre 8.000 ingegneri iscritti all’Albo intervistati, solo il 22% ha segnalato nel 2014 un incremento del fatturato. Per il 2015 appena il 12% prevede un incremento del proprio giro d’affari

giovedì 22 gennaio 2015 - Redazione Build News

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Ogni 100 laureati assunti nel 2014, 29 risultano essere ingegneri, la percentuale più elevata (insieme ai laureati in discipline economiche) tra i diversi corsi di laurea.

Nel 2014, la domanda di assunzioni di ingegneri da parte delle imprese ha ripreso leggermente a crescere dopo le due preoccupanti flessioni registrate nel 2012 e nel 2013 (tuttavia non compensando i livelli pre-crisi quando le assunzioni annue erano almeno di 20.000 unità). Si tratta di una domanda di 17.850 unità, con un incremento del 9% rispetto all’anno precedente; un risultato ragguardevole se si considera che la domanda totale di laureati è stata nel medesimo periodo del 5%.

È quanto emerge da una ricerca elaborata dal Centro Studi del CNI e presentata ieri all'Assemblea Nazionale degli Ingegneri al Tempio di Adriano a Roma.  

Al fine di analizzare le criticità che pesano sul settore dell’ingegneria, ma anche le possibili strade della crescita, è stata condotta un'indagine presso gli ingegneri iscritti all’albo, alla quale hanno partecipato 9.927 ingegneri, effettuata per via telematica (metodo Cawi) nel periodo compreso tra dicembre 2014 e la prima settimana di gennaio 2015. Hanno partecipato all’indagine 9.927 ingegneri. I questionari compilati correttamente ed utilizzabili sono stati 8.831. Dei rispondenti, il 46,9% opera come ingegnere libero professionista, il 10,7% è dipendente e libero professionista, il 37,6% svolge esclusivamente lavoro dipendente, il 2,7% figura come collaboratore saltuario ed il 2% ricade nella categoria “altro”.

I SETTORI DI PUNTA. Consistente appare la domanda di personale con competenze ingegneristiche nei settori di punta della struttura produttiva del Paese o in quelli a maggior contenuto di innovazione. I dati del 2014 riportano come dei quasi 18.000 ingegneri assorbiti dal sistema d’impresa, il maggior numero sia stato richiesto dal comparto dei servizi informatici e delle comunicazioni, dall’industria meccanica e della produzione di mezzi di trasporto, dal comparto dei servizi avanzati per le imprese (sistemi gestionali, sistemi ICT), dall’industria elettrica e dell’elettronica e dall’industria delle produzioni in metallo. Sia che si tratti di industria trainante del made in Italy o di servizi avanzati, la figura dell’ingegnere appare, ancora oggi, elemento rilevante dell’organizzazione della struttura produttiva nazionale. 


Oggi il Paese conta circa 500.000 ingegneri attivi nel mercato del lavoro, una massa critica in grado di esprimere elevati livelli di competenza e che può tornare ad essere forza trainante, sempre che una serie di ostacoli strutturali e normativi vengano rimossi. Sono in difficoltà, in particolare, gli ingegneri civili ed ambientali e più in generale è in difficoltà l’ampio comparto dei liberi professionisti, per lungo tempo elemento di punta del mercato del lavoro italiano, con elevate capacità di crescita. La flessione di oltre il 20% del reddito medio degli ingegneri liberi professionisti, negli ultimi sei anni, spinge ad una riflessione profonda sulle politiche in materia di lavoro ed, in particolare, sul peso che tali politiche attribuiscono al lavoro autonomo.

CLIMA DI PROFONDA INCERTEZZA. Il clima prevalente tra gli ingegneri italiani è di profonda incertezza, con accenti di pessimismo. Egualmente, le previsioni di miglioramento delle condizioni economiche è prerogativa di una componente ristretta della categoria, mentre per la maggioranza prevale una condizione di difficoltà. Degli oltre 8.000 ingegneri iscritti all’Albo intervistati dal Centro Studi CNI, appena il 22% ha segnalato nel 2014 un incremento del fatturato e per il 2015 appena il 12% prevede un incremento del proprio giro d’affari, ma le previsioni sono ancora più negative tra gli ingegneri che esercitano la libera professione. 


Ciò che colpisce, dalle molte analisi condotte negli ultimi anni, è che non è in crisi la professione ingegneristica in sé e non è in discussione la capacità degli ingegneri di governare opportunamente il proprio campo di competenza in un contesto che sta cambiando velocemente. Dall’indagine emerge con chiarezza che la grande maggioranza degli intervistati considera la laurea in ingegneria, ancora oggi, come una sorta di carta vincente, in grado di offrire, se il contesto fosse diverso, interessanti opportunità di lavoro. Parallelamente, per quasi il 90% degli ingegneri liberi professionisti, la libera professione è, nonostante il grave contesto di crisi, una modalità di lavoro potenzialmente in grado di dare soddisfazioni e di fare crescere chi la esercita.

DOVE SI DEVE INTERVENIRE. Gli ingegneri iscritti all’Albo considerano prioritario intervenire su un insieme di regole e procedure il più delle volte penalizzanti e che riguardano la deducibilità delle spese per la formazione continua, l’accessibilità ai bandi di gara europei, le regole sugli appalti pubblici, le modalità di liquidazione dei compensi per lavori svolti per la Pubblica Amministrazione, gli ammortizzatori sociali anche per le attività professionali, i regimi di agevolazione fiscale divenuti sempre più restrittivi proprio in uno stato di crisi che non accenna a diminuire.

INVESTIMENTI IN INGEGNERIA, ITALIA MAGLIA NERA IN EUROPA. L’Italia è, tra i principali Paesi europei, quello nel quale l’incidenza degli investimenti in ingegneria (attività di progettazione) sugli investimenti in costruzioni risulti il più basso, pari al 10,4%, a fronte del 32,8% in Gran Bretagna, del 26,8% in Svizzera, del 25,1% in Spagna e del 24,6% in Francia, solo per citare alcuni casi.

L'IMPATTO DELLA PROGETTAZIONE INGEGNERISTICA SULL'ECONOMIA. 100 euro di domanda aggiuntiva in termini di attività di progettazione nel campo dell’ingegneria e dell’architettura generano 210 euro nel resto del sistema economico. 100 euro di domanda aggiuntiva di progettazione nel campo delle ICT (dove opera un numero considerevole di ingegneri) generano quasi 200 euro nel resto dell’economia. I comparti produttivi in cui l’attività professionale ingegneristica è presente sono quelli in cui gli impatti moltiplicativi sulla produzione risultano particolarmente elevati.

Leggi anche: “Progettazione ingegneristica, i risultati di uno studio del CNI

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