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Il 12 dicembre scorso è stato
presentato presso il Ministero dello Sviluppo economico il Rapporto
2013 sullo Stato di Attuazione della Certificazione Energetica degli
Edifici, elaborato dal Comitato Termotecnico Italiano (CTI).
“Il Rapporto 2013 costituisce un indispensabile strumento per migliorare l’informazione sul tema della certificazione energetica e per accrescere la consapevolezza dei vantaggi che offre ai cittadini e alle imprese del settore”, ha sottolineato il Direttore Generale per l’Energia Nucleare, le Energie rinnovabili e l’Efficienza Energetica del MISE, Sara Romano, alla presentazione dello studio.
L’analisi condotta dal CTI sull'attuazione della certificazione energetica in Italia si è basata sul contatto con le Regioni alle quali è stato recapitato un questionario; le informazioni mancanti o non trasmesse sono state ottenute e/o desunte dai siti ufficiali delle Regioni stesse. Sono stati considerati i provvedimenti legislativi fino alla data del 30 ottobre 2013.
Recepimento regionale
La “clausola di cedevolezza” contenuta nel D.Lgs. 192/05 ha consentito alle Regioni di recepire la certificazione energetica degli edifici in modo autonomo. Tutto questo, osserva il Rapporto, ha comportato una certa disuniformità delle procedure a livello regionale, anche all’indomani della pubblicazione delle Linee Guida Nazionali.
Sebbene la certificazione sia di fatto obbligatoria su tutto il territorio nazionale, a livello locale si possono configurare le seguenti situazioni: recepimento, con legge regionale, della Direttiva 2002/91/CE; emanazione di Regolamento regionale per l’attuazione delle Linee Guida Nazionali (LGN); assenza di recepimento della Direttiva 2002/91/CE e di regolamenti regionali o delle province autonome.
Certificazione ambientale
Le Regioni Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Umbria, Valle d’Aosta, Toscana, Veneto, Trento e Sicilia adottano il protocollo Itaca per la valutazione della sostenibilità energetica e ambientale degli edifici. La provincia autonoma di Bolzano ha predisposto invece il protocollo provinciale “CasaClima Nature”.
Il Friuli Venezia Giulia è l’unica regione che ha reso obbligatorio, a partire dal 31/10/2011, la redazione della Certificazione VEA per i casi di «nuova costruzione», «ampliamento» e «ristrutturazione edilizia» di immobili a destinazione d’uso direzionale (uffici) e residenziale.
Catasti regionali
In tema di certificazione energetica, i catasti energetici costituiscono l’ambito che ha avuto maggiori sviluppi nel 2013. Infatti, il numero di regioni che hanno realizzato appositi catasti per il deposito e la gestione dei contenuti degli APE (Attestati di Prestazione Energetica) sono oggi 9, e saranno 12 nel 2014. Basilicata, Bolzano, Campania, Lazio, Molise, Puglia, Sardegna e Toscana ne risultano sprovviste mentre Calabria, Umbria e Sicilia stanno avviando la predisposizione. Bolzano, Lazio, Sardegna e Toscana comunque dispongono di database interni.
La prima Regione a istituire un catasto è stata la Lombardia (2007), seguita da Piemonte e Emilia Romagna (2009). Sono le Regioni con la base dati più completa.
I sistemi informatici in uso trattano le informazioni con modalità non uniformi: alcuni richiedono il deposito di file XML, altri gestiscono semplicemente le informazioni base contenute negli APE.
La nuova L. 90/2013, tra l’altro, prevede la predisposizione di un sistema informativo coordinato per la gestione dei rapporti tecnici di ispezione e degli attestati di prestazione energetica.
Le Regioni che oggi dispongono di un catasto degli impianti di climatizzazione sono solo cinque: Emilia Romagna, Lombardia, Sicilia, Trento e Veneto. Ne prevedono la costituzione Abruzzo, Bolzano, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Umbria e Valle d’Aosta.

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