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Se si vogliono rispettare gli obiettivi di sviluppo delle Nazioni Unite l'industria energetica globale deve svolgere un ruolo maggiore nella transizione verso i sistemi energetici sostenibili.
E' il monito lanciato dall'ultimo rapporto presentato ieri, 24 settembre, dal World Energy Council (WEC), con il titolo “"È ora di essere realisti - il caso degli investimenti energetici sostenibili".
E ancora, “senza un maggiore sostegno del settore privato il potenziale di miliardi di persone che beneficiano dei sistemi di energia sostenibile nei prossimi decenni resterà appeso ad un filo”, si legge nel report.
POLITICI PREOCCUPATI PER LA MANCANZA DI UN CONSENSO MONDIALE SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI. Lo studio, gestito dalla società di consulenza di Oliver Wyman, è stato condotto attraverso una serie di interviste ad oltre 50 politici, leader nelle banche per lo sviluppo, governi, organizzazioni intergovernative e ONG, oltre ad esperti provenienti da 25 paesi. I politici intervistati hanno espresso preoccupazione per la mancanza di un consenso mondiale sui cambiamenti climatici e sul futuro quadro del sistema energetico, fattori che “rendono difficile lo sviluppo e l'attuazione di politiche energetiche a lungo termine”. Ciò si traduce in un aumento del rischio per l'industria e gli investitori, sottolinea il rapporto, da affrontare necessariamente se si vuole giungere alla transizione energetica tanto necessaria per il nostro futuro.
SVIZZERA, DANIMARCA E SVEZIA, PAESI VIRTUOSI PER LE POLITICHE ENERGETICHE. Dalla relazione emergono anche i risultati del 2013 Energy Sustainability Index, una classifica che valuta le politiche energetiche di 129 paesi, considerando tre aspetti principali: la sicurezza energetica, l'equità energetica e la sostenibilità ambientale. L'Index di quest'anno mostra che i paesi sviluppati con quote elevate di energia proveniente da fonti energetiche a basse o zero emissioni di carbonio sostenute da programmi di efficienza ben consolidati – tra cui la Svizzera, la Danimarca e la Svezia - superano la maggior parte dei paesi nei tre aspetti valutati. Tuttavia, emerge la difficoltà di tutti i paesi nel bilanciare i tre aspetti energetici. Solo cinque paesi nella top 10 hanno ottenuto un punteggio 'AAA': la Svizzera, la Danimarca, la Svezia, il Regno Unito e la Spagna si sono dimostrati gli unici paesi capaci di gestire in maniera efficace i tre aspetti citati.
L'URGENZA DI UNA PIÙ STRETTA COLLABORAZIONE TRA PUBBLICO E PRIVATO. Infine, i responsabili politici intervistati hanno sottolineato l'urgenza di “una più stretta collaborazione tra pubblico e privato per contribuire e promuovere una visione energetica a lungo termine con obiettivi realistici”. Tra le principali raccomandazioni quelle di “essere più proattivi nel migliorare le politiche energetiche; essere meno avversi al rischio in materia di investimenti nel settore dell'energia; favorire la ricerca”.
PROSSIMA TAPPA IL WORLD ENERGY CONGRESS IN COREA. "Nel complesso sono rassicurato nel vedere un crescente consenso tra l'industria e i responsabili politici sulle sfide e le azioni da intraprendere nel settore energie pulite”, commenta Pierre Gadonneix, Presidente del World Energy Council. "La prossima tappa fondamentale in questo dialogo sarà il World Energy Congress, tra appena tre settimane a Daegu, in Corea. Lì lavoreremo verso una visione condivisa e lo sviluppo di soluzioni intelligenti e pragmatiche per garantire un futuro energetico sostenibile”.
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