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Mentre il sindaco di New York ha da poco messo a punto un piano di ridefinizione urbanistica per l'area centrale della Grande Mela, una società di consulenza ambientale ha lanciato una campagna anti “grattacieli spreconi”.
La società in questione si chiama Green Terrapin Bright e la battaglia che porta avanti è in realtà più articolata di un semplice slogan. Nel suo report, recentemente pubblicato, GTB sostiene che decine dei grattacieli in vetro costruiti negli anni Cinquanta che oggi svettano dalle strade del centro e che per lo più ospitano uffici sono “talmente inefficienti da un punto di vista energetico e dei consumi, che sarebbe meglio per l'ambiente demolirli e ricominciare da capo”, con nuovi edifici ad alte prestazioni.
LE POLEMICHE. L'affermazione contenuta nel rapporto ha subito scatenato le polemiche, in particolare da parte dei “conservazionisti”, come vengono chiamati quei costruttori e progettisti che sostengono che l'energia spesa in fase di demolizione e ricostruzione è di gran lunga superiore a quella necessaria per mantenere un edificio storico in vita. “Queste persone hanno creato una vera e propria leggenda”, ha dichiarato a questo proposito lo storico dell'architettura e consulente George Thomas, docente ad Harvard. “Quello che si dichiara in questo report è qualcosa di radicalmente nuovo", conclude.
UN CIRCOLO VIRTUOSO. Secondo il rapporto, un edificio che viene demolito può essere ricostruito con il 44% di siperficie in più e un utilizzo energetico inferiore del 5%. La conclusione tratta da GTB è che l'energia necessaria per radere al suolo e ricostruire un grattacielo obsoleto potrebbe essere compensata dal risparmio energetico della nuova struttura, percepibile nell'arco di un ventennio.
EDIFICI DIFFICILMENTE ADATTABILI. "La tragedia di queste torri costruite a metà del secolo è che non possono essere adattate", aggiunge Bill Browning, co-fondatore di Green Terrapin Bright. “Prima di tutto, le facciate continue in vetro – vera cifra caratteristica e segno di modernità negli anni Cinquanta - sono state spesso prodotte a basso costo e si comportano come un setaccio, con perdite termiche altissime”. Inoltre, queste strutture risultano spesso troppo fragili per sostenere, ad esempio, l'installazione di nuovi doppi o tripli vetri a basso consumo energetico.
IL CASO DI LEVER HOUSE. Certo, esistono le eccezioni, come dimostra il recente caso di retrofit di Lever House, multipiano vetrato adibito a uffici che affaccia su Park Avenue. Il perché è presto detto: costruito nel 1952, è l'edificio è stato realizzato con dei parametri nettamente superiori rispetto ai suoi “coetanei”, in termini di materiali e scelte progettuali. Ragione per cui è stato possibile intervenire successivamente, rendendolo ad alte prestazioni energetiche.
Infine, il report lascia intravedere la possibilità di conservare alcuni di questi edifici a fine storico ed architettonico. Alcuni di questi sono già stati messi sotto “protezione”, ad esempio il Seagram Building, nella Midtown Manhattan. “E' opportuno conservare certi capolavori”, ammette Bill Browning, “ma non decine di imitazioni che non solo non hanno particolari caratteristiche distintive, ma sprecano energia a dismisura”.
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