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A fine anno, i valori delle abitazioni caleranno del 20%, con punte superiori al 50%, a causa dell'effetto Imu e più in generale delle nuove imposte.
La previsione è del direttore generale del Censis, Giuseppe Roma, che interpellato dal Sole 24 Ore spiega che il mercato delle case “è dominato dal comportamento delle famiglie, e a marzo 2012, per la prima volta, il sentiment delle famiglie per gli investimenti immobiliari si è raffreddato. Infatti, il 41% delle famiglie dice che i prezzi delle case sono diminuiti, e nelle grandi città questa quota sale al 44%. Una percentuale significativa di persone, insomma, dice che i prezzi degli immobili stanno calando”.
L'effetto dell'Imu
L'introduzione dell'Imu anche sulla prima casa costringerà molte famiglie a vendere le seconde case. “La re-introduzione della tassa sulla prima casa, a cui si aggiunge l'aumento delle rendite catastali e l'aumento delle aliquote sono tutti elementi che portano a un fenomeno importante”, osserva il direttore del Censis. “Stiamo parlando del ceto medio, e dunque di persone che si ritrovano talvolta ad avere una seconda casa, magari per eredità, o per aver fatto un piccolo investimento: in questi casi, il sommarsi dell'Imu sulla prima casa alla maggiorazione della tassa sulla seconda casa, conduce a una difficoltà oggettiva a mantenere il patrimonio”.
Indagine Immobiliare.it: aumenta la propensione all'acquisto
Eppure, stando a un'indagine di Immobiliare.it, l'effetto Imu non sembra incidere più di tanto sulla percezione degli italiani circa l'andamento del mercato immobiliare, che anzi nel primo trimestre 2012 registra una leggera ripresa dell'ottimismo: dopo sei mesi in cui è rimasta ferma al 45%, la percentuale degli italiani che pensano che questo sia un buon momento per comprare casa sale al 49%. A luglio 2011 era al 54%, ma il tiepido segnale di ripresa fa ben sperare che il settore ritorni a muoversi.
“Sei mesi di stallo della fiducia degli Italiani – dichiara Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Gruppo Immobiliare.it – sono stati lo specchio della voglia di prudenza nei confronti della nostra vita, ancor prima del settore immobiliare; ma nell’ultimo semestre del 2011 il calo delle compravendite si è fermato, permettendo al mercato di riacquisire stabilità. Il nostro indice di fiducia, oggi, conferma la ripresa di una progettualità delle famiglie italiane.”
Cos’è cambiato
Se la propensione degli italiani all’acquisto immobiliare cresce di 4 punti percentuali, l’analisi del portale rivela una conseguente riduzione di coloro che ritengono sia meglio rimandare gli investimenti al 2013 (18,3% vs 21,7%). Scende anche (ora è al 18,6%, era il 21% tre mesi prima) la percentuale dei pessimisti, che non ritengono questo un buon momento per comprare.
Sul fronte della vendita si registra, di pari passo, un leggero calo della percentuale degli italiani che ritengono che non sia un buon momento per vendere. Se nelle rilevazioni di gennaio era salita al 71%, dopo tre mesi siamo al 69% (sei mesi fa eravamo al 66%). Preferirebbe attendere un anno, in attesa di giorni migliori, l’11,9% degli intervistati, più o meno come era nella rilevazione di sei mesi fa.
Altro tema preso in esame da Immobiliare.it riguarda la percezione degli Italiani circa l’andamento dei prezzi degli immobili: mentre l’ultima indagine aveva registrato un forte aumento di circa dieci punti percentuali degli italiani che ritenevano plausibile un calo dei prezzi di vendita (erano il 47,4% del campione), il tiepido ottimismo riscontrato si ripercuote anche su questo criterio d’indagine, portando di nuovo questa percentuale sotto la soglia del 40% (39,3%, per la precisione). Aumentano, di contro, quelli che ipotizzano una sostanziale stabilità: sono il 35,5%, mentre a gennaio erano il 29% del campione.
Le differenze regionali
Non tutta l’Italia guarda allo stesso modo i cambiamenti in corso nel mercato immobiliare. L’Umbria, che per sei mesi è stata prima in classifica in quanto a percezione positiva circa l’acquisto, pur registrando una sostanziale stabilità rispetto all’ultima rilevazione, viene superata da Emilia Romagna e Toscana: la prima arriva al 58,2%, mentre la seconda al 56,6%; entrambe guadagnano quasi sette punti in più rispetto a tre mesi fa. Brusco calo di fiducia per la Sardegna, che perde la seconda posizione in classifica e ben 12 punti.

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