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Una guida sugli impianti elettrici nei luoghi a rischio esplosione
Nella stragrande maggioranza dei processi industriali è previsto l'utilizzo di sostanze infiammabili o combustibili, che vengono stoccate, manipolate o trasportate. Escludendo le sostanze esplosive, o quelle chimicamente instabili, per le quali il pericolo è riconosciuto, in natura, esiste un elevato numero di elementi "insospettabili" che presentano la peculiarità, in determinate condizioni, di poter generare un’ esplosione.
Infatti, mentre la pericolosità di alcuni settori come quello chimico o petrolchimico risulta nota, lo è meno quella di alcuni ambienti lavorativi che potremmo definire "ordinari", come ad esempio industrie agroalimentari, di lavorazione metalli, falegnamerie, distillerie, zuccherifici, zone di ricarica muletti, etc. Sono proprio questi, infatti, gli ambienti in cui si sono registrati i più gravi incidenti.
Nella storia più recente, il caso più significativo in questi termini si è verificato negli Stati Uniti, in Georgia, nello stabilimento della Imperial Sugar dove un'intera raffineria di zuccherò è andata distrutta provocando la morte di 14 persone ed il ferimento di altre 36 a causa di un esplosione provocata da quella che erroneamente potrebbe essere considerata innocua polvere di zucchero.
Purtroppo, come spesso accade, è proprio a fronte di catastrofi del genere che si viene sensibilizzati rispetto ad eventuali situazioni o problemi.
La sicurezza dei luoghi di lavoro rientra esattamente in questo discorso e, negli ultimi anni, a livello internazionale, si sta assistendo ad una massiccia campagna di accorgimenti e regolamentazioni volti a migliorare le condizioni dei lavoratori e prevenire il più possibile il verificarsi di eventi pericolosi. Inserite in questo contesto sono proprio le Direttive Atex (IN ALLEGATO), atte a regolamentare sia la costruzione delle apparecchiature destinate all'impiego in zone a rischio di esplosione, sia le condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori in quegli ambienti.

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