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Canna fumaria a legna e pellet: in Italia viene pulita solo una volta l'anno, all'estero tre volte l'anno

Se le canne fumarie sono sporche e intasate, il rischio di incendi e di fughe di monossido di carbonio aumenta vertiginosamente

venerdì 4 maggio 2018 - Redazione Build News

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Il futuro degli spazzacamini è sempre più tecnologico e qualificato, fatto di formazione e conoscenza tecnica di impianti e sistemi di pulizia. La diffusione degli impianti e delle stufe a biomasse legnose, inoltre, richiede interventi sempre più frequenti, per mantenere pulite le canne fumarie e permettere agli impianti di riscaldamento di lavorare sempre alla massima efficienza. Un cambiamento che ha spinto Confartigianato La Spezia ad organizzare un seminario per gli imprenditori del settore, in collaborazione con il Collegio dei Periti e quello dei Geometri.

“Le imprese spezzine che si occupano di canne fumarie sono numerose e hanno capito che ci può essere anche una specializzazione in questo settore – ha spiegato Nicola Carozza, responsabile di settore di Confartigianato La Spezia – Spesso ci dimentichiamo che il decreto ministeriale 37/2008, la vecchia norma che riguarda la dichiarazione di conformità, parla della canna fumaria come una parte dell’impianto. Per essere sicuri, quindi, non basta fare manutenzione alla classica caldaia che abbiamo tutti in casa, ma occorre anche mantenere la canna fumaria libera e al sicuro da possibili incendi”.

Interventi fondamentali per garantire la sicurezza e il buon funzionamento degli impianti di riscaldamento. Se le canne fumarie sono sporche ed intasate, il rischio di incendi e di fughe di monossido di carbonio aumenta vertiginosamente. “Il lavoro sta aumentando notevolmente perché ci sono tanti impianti a biomassa che hanno bisogno di una pulizia frequente. Se prendiamo l’estero, una canna fumaria a legna e a pallet viene pulita tre volte l’anno. In Italia, una volta soltanto”, ha spiegato German Puntscher, presidente dell’Associazione Europea Spazzacamini.

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