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Rapporto Adepp: nel 2015 il reddito medio dei liberi professionisti è di 33.954 euro

L’area della Rete delle professioni tecniche ha perso tra il 2005 e il 2010 in termini nominali circa il 9,4% dei redditi

mercoledì 14 dicembre 2016 - Redazione Build News

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Nel 2015 il reddito medio dei liberi professionisti, pari a 33.954 euro, è calato dello 0,3% rispetto al 2014.

Il dato è contenuto nel Rapporto annuale, giunto alla sesta edizione, elaborato dal Centro Studi AdEPP (Associazione degli Enti previdenziali privati).

Il rapporto evidenzia che il decremento 2014-2015 in termini nominali è più contenuto e prossimo allo zero rispetto al trend riscontrato nel periodo 2005-2015 (la variazione media annua tra il 2010 - primi impatti della attuale crisi- e il 2015 è di circa il 2%). Nonostante il dato riferito al 2015 sia ancora una stima del reddito effettivamente dichiarato, la variazione percentuale registrata tra il 2014 e il 2015 può essere letta come un primo segnale di una progressiva uscita dalla crisi.

Il decremento 2005-2015 in termini reali è invece molto rilevante (-18,04%). Per poter tornare agli stessi livelli di benessere del 2010 (come anticipato il 2010 coincide con l’anno di inizio della crisi del settore professionale), è necessario un percorso di ripresa costante e duraturo. Il Centro Studi AdEPP ha calcolato come, sempre prendendo a riferimento i redditi nominali, e ponendo come ipotesi una crescita annua pari all’1%, sarebbero necessari circa 9 anni per poter riassorbire gli effetti della crisi1. La stima di crescita utilizzata per poter proiettare i redditi (pari all’1%) appare coerente con le stime attualmente disponibili relative alle previsioni di crescita media del PIL per il 2017 e il 2018.

CALO DEI REDDITI DEL 9,4% PER LE PROFESSIONI TECNICHE. L’area della Rete delle professioni tecniche perde tra il 2005 e il 2010 in termini nominali circa il 9,4%, l’area giuridica perde il 25,4%, l’area sanitaria incrementa del 25,4% (peso molto rilevante degli iscritti liberi professionisti dell’ENPAM) e, infine, l’area economico sociale perde solo lo 0,3%.

L’analisi dei redditi per categoria professionale si dimostra di indubbio interesse per comprendere le peculiarità di ciascun mercato professionale all’interno del quale i soggetti analizzati operano. La pubblicazione dei redditi delle categorie professionali, pertanto, aiuta a superare tutti i limiti tipici di un indicatore sintetico quale il reddito medio ponderato utilizzato in precedenza per sintetizzare l’andamento dell’intero collettivo di professionisti (collettivo altamente eterogeneo per costruzione).

Particolare interesse destano i trend dei redditi nominali degli iscritti attivi riconducibili a ENPACL (-9,4% nel periodo 2005-2015), INPGI GS co.co.co (-7,5% nel periodo 2009-2015), Cassa del notariato (-36,3% nel periodo 2005-2015), Cassa forense (-20,2% nel periodo 2005-2014, il dato 2015 non risulta disponibile), ENPAP (-12,6% nel periodo 2005-2015), ENPAPI (-13,4% nel periodo 2009-2015 per quanto attiene gli iscritti attivi), CIPAG (-15,9% nel periodo 2009-2015 per quanto attiene gli iscritti attivi), ENPAB (-11,5% nel periodo 2005-2015) e INARCASSA (-20,7% nel periodo 2005-2015).

Meno incisivi, ma pur sempre rilevanti, sono i decrementi registrati dai redditi medi degli iscritti a CNPR (-3,3% nel periodo 2005-2015), EPPI (-2,7% nel periodo 2009-2015), CNPADC (-2,3% nel periodo 2009-2015 per quanto attiene gli iscritti attivi).

In controtendenza rispetto a quanto posto in luce sin ora sono i dati inerenti gli iscritti di INPGI – Gestione Separata Liberi Professionisti –, ENPAM – Quota B –, ENPAV, EPAP ed ENPAIA (periti agrari e agrotecnici) i quali indicano una crescita dei redditi trattati.

GAP DI GENERE, GENERAZIONALI E GEOGRAFICI. “Si è quasi fermato il calo dei redditi – sottolinea il presidente Adepp Alberto Oliveti –. Vi è però diversità anche sostanziale tra categorie e categorie, restano sempre evidenti i gap di genere, generazionali e geografici”.

PROFESSIONISTE, IL COSTO DI ESSERE MADRE. “Fa male leggere che due terzi delle donne, dopo aver avuto un figlio, non recuperano il reddito professionale che avevano e una su sette l’azzera”, denuncia il presidente dell’Adepp.

AUMENTANO CONTRIBUTI E PRESTAZIONI. Nel 2015 gli Enti Previdenziali hanno raccolto più di 9 miliardi di Euro di oneri contributivi (+2%) e pagato oltre 5,9 miliardi di euro di prestazioni (+4,6%). “Il rapporto positivo contributi/prestazioni è un indice di tenuta previdenziale – sottolinea il presidente Adepp –. Nonostante i due parametri si stiano avvicinando va comunque sottolineato che la distanza è ancora di garanzia”.

500 MILIONI DI ASSISTENZA, 500 MILIONI DI TASSE. “Destiniamo al welfare la stessa somma che lo Stato ci prende in tasse secondo modalità che non ha equivalenti con gli altri nostri competitor europei – rilancia Alberto Oliveti –. Mezzo miliardo che potremmo destinare ai giovani nel rispetto della nostra vocazione solidale”.

AUMENTANO GLI ISCRITTI MA NON I NUOVI INGRESSI. Il numero degli iscritti AdEPP al 2015 è pari a circa 1.489.000 unità, con un aumento percentuale del 21,59% tra il 2005 e il 2015. “È la fotografia di un Paese sempre più diversamente giovane – dichiara Oliveti –. Dai nostri dati vediamo che il numero dei professionisti aumenta non per via dei nuovi ingressi, che infatti sono diminuiti, ma per la permanenza al lavoro dei più anziani. È positivo invece il dato sulle donne professioniste la cui percentuale aumenta anche se lentamente”.

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