Andrea Tomasi, Presidente di Fondazione Inarcassa (braccio operativo sui temi della professione creato da Inarcassa), commenta l’approvazione da parte del Ministero della Giustizia, di concerto con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, delle tabelle dei corrispettivi commisurati al livello qualitativo delle prestazioni di progettazione, adottate ai sensi dell'articolo 24, comma 8, del nuovo Codice degli appalti, e pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale n. 174 di ieri 27 luglio (LEGGI TUTTO).
Secondo Tomasi “le modalità di impiego dei nuovi corrispettivi per i servizi di ingegneria e architettura costituiscono un danno ingente per l’intera categoria e si rende immediatamente necessario un decreto per arginarne le possibili conseguenze”.
“Il decreto, infatti, stabilisce che la stazione appaltante possa fare riferimento alle suddette tabelle. Invece, in considerazione della Determinazione n. 4 dell’Anac, del 25 febbraio 2015, il riferimento alle tabelle dei corrispettivi, quale criterio o base di riferimento ai fini dell'individuazione dell'importo a base d'asta, è sempre stato considerato un obbligo, così come peraltro proposto dall’Anac nelle recentissime linee guida sull’affidamento dei servizi di ingegneria e architettura. Peraltro, lo stesso Codice degli appalti (articolo 23, comma 7) prevede che per la determinazione dei costi il progettista sia obbligato ‘all'utilizzo, ove esistenti, dei prezzari predisposti dalle regioni e dalle province autonome territorialmente competenti’”.
“Si crea così un conflitto tra il decreto ministeriale e le linee guida dell’Autorità, che ne aveva addirittura sollecitato un doveroso utilizzo, a garanzia della qualità minima delle prestazioni. Anche le Commissioni parlamentari nell'esprimere il parere sul nuovo codice appalti, avevano sollecitato il Governo a rendere obbligatorio il riferimento ai parametri tariffari. Si tratta di una grave anomalia per un codice emanato con il chiaro intento di restituire centralità alla fase progettuale e garantire economicità, proporzionalità e parità di trattamento tra gli operatori” conclude il Presidente Tomasi.