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Project financing in Italia, pubblicato il rapporto sul periodo 2002-2014

Si è passati dai 330 bandi di gara in PPP del 2002 per un valore di circa 1,4 miliardi di euro, ai 1.293 bandi nel 2008, fino a superare i 3.000 avvisi nel 2014, per un controvalore di circa 4,4 miliardi di euro

mercoledì 9 settembre 2015 - Redazione Build News

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“Il fenomeno del Partenariato Pubblico Privato è diventato negli anni un fattore molto rilevante nelle scelte delle Pubbliche Amministrazioni italiane, con riferimento alla realizzazione delle opere pubbliche e alla gestione dei servizi. Non è però stato fino ad oggi di altrettanta evidenza la reale funzionalità di tali procedure, in particolare con riferimento alla capacità delle Amministrazioni di garantire una efficiente ed efficace fase gestionale, che produca un effettivo valore aggiunto per tutti gli operatori coinvolti, in primis per la Pubblica Amministrazione stessa”.

È quanto si legge nelle conclusioni dello studio "Il project financing per la realizzazione delle opere pubbliche in Italia", predisposto dal DIPE, che contiene l'analisi della documentazione e dei dati delle concessioni, con riferimento in particolare a: rendimento degli azionisti, durata delle concessioni, finanziamenti bancari, indicatori di sostenibilità finanziaria, impatto delle modifiche normative. 

Lo studio è stato curato da Pasquale Marasco, Paolo Piacenza e Marco Tranquilli, esperti di PPP, Project finance e regolazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri con il coordinamento di Gabriele Pasquini - Dirigente del Dipartimento, e presenta i risultati dell'analisi di circa 1.000 progetti in concessione di costruzione e gestione aggiudicati tra il 2002 e il 2014.

22.500 GARE NEL PERIODO 2002-2014 PER UN VALORE TOTALE DI 73 MILIARDI. Il mercato del Partenariato Pubblico Privato (PPP) italiano, in base ai dati dell’Osservatorio Nazionale del PPP realizzato e gestito da Cresme Europa Servizi, è rappresentato nel periodo 2002-2014 da circa 22.500 gare, per un valore complessivo di circa 73 miliardi di euro. Si è passati dai 330 bandi di gara in PPP – per un valore di circa 1,4 miliardi di euro - del 2002, ai 1.293 bandi - per un valore di 5,6 miliardi di euro circa - nel 2008, fino a superare i 3.000 avvisi lo scorso anno, per un controvalore di circa 4,4 miliardi di euro.

LE MODIFICHE NORMATIVE NON HANNO INCISO SULLA CORRETTA GESTIONE DEI PROGETTI. Lo studio evidenzia che “Il passaggio dalla legge Merloni al Codice dei contratti pubblici, nonché le successive modifiche a quest’ultimo, non hanno prodotto effetti rilevanti sulla quantità di opere giunte alla sigla del contratto di concessione, né all’apertura dei cantieri e nemmeno hanno inciso in maniera rilevante sulla percentuale di opere giunte alla fase di gestione. Questo dato evidenzia come le modifiche normative effettuate nel tempo non abbiano rilevato, di fatto, sulla capacità media di realizzare e gestire in maniera corretta i progetti tramite procedure di PPP. L’incessante produzione normativa al riguardo, che non ha consentito di raggiungere quel grado di certezza da sempre richiesto dagli operatori del settore, anche internazionali - particolarmente importante nella gestione dei contratti di lunga durata – rischia, anzi, di creare un effetto disincentivante nei confronti del ricorso al PPP”.

NUOVA DIRETTIVA 2014/23/UE. “Il recepimento della nuova Direttiva 2014/23/UE – sottolinea la ricerca - dovrebbe, dunque, essere l’occasione per disciplinare, in maniera lineare ed organica, l’intero istituto del PPP ponendo particolare attenzione, oltre alla fase di progettazione e aggiudicazione (su cui il legislatore si è dimostrato da sempre più sensibile) anche alla fase di gestione del contratto di concessione: definendone con precisione le caratteristiche peculiari, favorendone la finanziabilità e fornendo un’adeguata disciplina anche nella gestione delle c.d. “patologie” tipiche dei contratti di lunga durata, nel rispetto e in attuazione delle indicazioni fornite al riguardo dalla Direttiva medesima”.

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