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Europa, quali i mercati più interessanti nel settore dell'efficienza energetica?

Belgio, Irlanda, Bulgaria, Croazia, Finlandia, Danimarca e Svezia sono i Paesi “Green Field”, dove sono presenti pochi operatori specializzati

mercoledì 10 giugno 2015 - Redazione Build News

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L'Energy Efficiency Report 2015, che sarà presentato dall'Energy & Strategy Group il 18 giugno prossimo presso il Politecnico di Milano, fornisce, oltre alla fotografia del mercato dell'efficienza energetica in Italia (LEGGI TUTTO), anche l’analisi dei mercati europei, con l’obiettivo di identificare ed analizzare le peculiarità strategico-organizzative degli operatori europei dell’efficienza energetica ed i mercati esteri più interessanti.

Attraverso l’analisi e la rielaborazioni delle informazioni contenute negli National Energy Efficiency Action Plans 2014 (NEEAPs) attualmente disponibili, si è condotta un indagine sullo stato dell’arte e sulle potenzialità dell’efficienza energetica in Europa.  

I differenti Paesi sono stati classificati in base a due dimensioni d’analisi: (i) l’ “intensità energetica”, che indica i consumi energetici (elettrici + termici) annualmente registrati nei differenti Paesi; (ii) la “quota raggiunta del target” che indica il rapporto fra i risparmi energetici raggiunti nell’anno 2012 e l’obiettivo prefissato per il 2020 da ciascun Paese. Questo studio porta alla luce come la media della quota raggiunta del target risulta essere solo il 32% e la maggior parte dei Paesi oggetto d’analisi (circa il 61%) si posiziona al di sotto di questa. Solo la Germania ha superato la soglia indicativa del 50% di quota raggiunta del target, raggiungendo già a fine 2012 circa il 69% dell’obiettivo prefissato al 2020, mentre il “fanalino di coda” risulta essere l’Irlanda con solo il 9% di quota raggiunta del target. I Paesi più “energivori” (Spagna, UK, Francia, Italia e Germania), ovvero che presentano dei consumi energetici annuali superiori alla media europea (pari a 52,3 Mtep) hanno raggiunto in media una quota del target di circa il 41%.

POTENZIALE DI MERCATO DELL’EFFICIENZA ENERGETICA DEI DIFFERENTI PAESI. A partire dall’analisi sull’ “intensità energetica” e sulla “quota raggiunta del target”, è stato possibile stimare il potenziale di mercato dell’efficienza energetica dei differenti Paesi, inteso come l’ammontare degli investimenti potenzialmente necessari al raggiungimento dell’obiettivo prefissato dal Pacchetto 20-20-20 per ciascuno Stato. In particolare, il volume d’affari necessario al raggiungimento dell’obiettivo risulta essere notevole: fra i 352 e i 534 miliardi di €. Di questi la maggior parte è ascrivibile ad un gruppo di 4 Paesi (Francia, UK, Spagna e Italia) pari a 166 - 264 miliardi di €. Occorre inoltre sottolineare come l’Italia rappresenti il Paese a cui è ascrivibile il maggior potenziale di mercato, fra i 55 e i 76 miliardi di €.

INVESTIMENTI. A partire dalla stima del potenziale di mercato dell’efficienza energetica dei differenti Paesi ed ipotizzando che la totalità del target prefissato nel Pacchetto 20-20-20 fosse da raggiungere entro il 2020, si sono stimati gli investimenti che si dovrebbero effettuare annualmente fra il 2015 ed il 2020 in ciascuno Stato. In particolare, si stima un potenziale di mercato per gli interventi di efficienza energetica in Europa di circa 58 – 89 miliardi di € all’anno tra il 2015 ed il 2020. Oltre alla stima degli investimenti necessari al raggiungimento dell’obiettivo prefissato per ciascun Paese, si è ritenuto opportuno valutare l’effettiva possibilità che questo potenziale di mercato si concretizzi, guardando alle caratteristiche dei diversi Paesi. In particolare, l’analisi ha preso in considerazione 3 dimensioni: la maturità della filiera, la maturità del quadro regolatorio e finanziario ed il potenziale di mercato. Grazie a tale analisi è stato possibile classificare i differenti mercati europei in 4 gruppi.

PAESI “GREEN FIELD”. I Paesi “Green Field” (gruppo 1, formato da Belgio, Irlanda, Bulgaria, Croazia, Finlandia, Danimarca e Svezia) rappresentano i mercati indubbiamente più interessanti, in quanto la presenza di pochi operatori specializzati, che in generale offrono una gamma contenuta di soluzioni per l’efficienza energetica, determina un contesto competitivo facilmente “aggredibile” da parte di soggetti esterni. A questo si aggiunge l’innegabile beneficio derivante da un quadro regolatorio maturo, caratterizzato da incentivi volti a premiare il risparmio energetico degli interventi, e da una sostanziale facilità di reperimento delle risorse finanziarie. Questi mercati tuttavia presentano dei volumi d’affari potenziali discreti, in media circa 2 mld €/anno.

PAESI “MATURI”. I Paesi “Maturi” (gruppo 2, formati da Germania, Olanda e Austria) rappresentano i mercati difficilmente raggiungibili da parte di soggetti esterni. Nonostante gli interessanti volumi d’affari potenziali in gioco, in media circa 6,6 mld €/anno, la presenza di sistemi di incentivazione efficaci e la notevole disponibilità di risorse finanziarie facilmente ottenibili, questi mercati presentano un notevole livello di competizione, determinato da un elevato numero di soggetti specializzati attualmente attivi, che offrono una pletora di soluzioni per l’efficienza energetica attraverso contratti che prevedono anche la condivisione dei risparmi energetici conseguiti.

PAESI “FRENATI”. I Paesi “Frenati” (gruppo 3, formati da Spagna, UK, Portogallo, Francia e Italia) rappresentano invece i mercati più “allettanti”, grazie ai notevoli volumi d’affari potenziali in gioco, in media circa 7,8 mld €/anno. Tuttavia essi presentano da un lato una filiera piuttosto matura, caratterizzata da numerosi operatori specializzati che offrono numerose soluzioni tecnologiche attraverso contratti basati sulla garanzia risparmio, e, dall’altro lato, un quadro finanziario inefficace, caratterizzato da iter onerosi e lunghi per l’ottenimento delle risorse e da istituti finanziari che molto spesso valutano il merito creditizio del richiedente e non quello del progetto.

PAESI “ASSENTI”. Infine, i Paesi “Assenti” (gruppo 4, formati da Estonia, Lituania e Lettonia) rappresentano invece i mercati meno interessanti, che, nonostante la presenza di pochi operatori specializzati e poco “evoluti” in materia di offerta, non presentano nella maggior parte dei casi sistemi di incentivazione ad-hoc per gli interventi di efficienza energetica e si caratterizzano di un quadro finanziario sostanzialmente immaturo. A questo si aggiungono scarsi volumi d’affari potenziali in gioco, in media circa 0,5 mld €/anno.

MODELLI DI BUSINESS. Come per il mercato italiano, sono stati analizzati i modelli di business di una serie di soggetti “chiave” operanti nei gruppi 1, 2 e 3 precedentemente individuati.

Nei Paesi “Green Field” emerge con chiarezza la presenza di operatori specializzati nell’offerta di servizi di efficienza energetica, aventi l’obiettivo di ridurre i consumi dei propri clienti. Si tratta in altre parole di ESCo che gestiscono le varie fasi di realizzazione degli interventi di efficienza energetica senza vendere/distribuire energia, gestire gli impianti di generazione del cliente o disporre di capacità produttiva sulle soluzioni per l’efficienza energetica. Questi soggetti presentano un’offerta che è principalmente rivolta al segmento industriale e terziario (sia pubblico che privato) e formalizzata attraverso contratti basati sulla garanzia del risparmio energetico. Essi finanziano i propri interventi attraverso l’accensione di un debito presto istituti di finanziamento e si integrano specialmente nelle prime attività caratterizzanti la realizzazione di un intervento di efficienza energetica (Audit energetico e studi di fattibilità e Progettazione), demandando al cliente finale o a soggetti terzi la responsabilità dell’installazione e della gestione degli incentivi.

Nei Paesi “Maturi” emerge la presenza di operatori specializzati nell’offerta di servizi di efficienza energetica aventi l’obiettivo di ridurre i consumi dei propri clienti (ESCo), ma anche di imprese che possono realizzare un intervento di efficienza energetica (dall’ audit iniziale al monitoraggio dei risultati) disponendo di capacità produttiva sulle soluzioni per l’efficienza energetica. Questi soggetti presentano un’offerta che è rivolta trasversalmente a tutti i segmenti (industriale, residenziale e terziario - sia pubblico che privato) e formalizzata attraverso contratti basati molto spesso non solo sulla garanzia del risparmio energetico, ma anche sulla sua condivisione con il cliente finale. Essi finanziano i propri interventi attraverso l’accensione di un debito presto istituti di finanziamento, accollandosi dunque il rischio finanziario e si integrano su tutte le attività caratterizzanti la realizzazione di un intervento di efficienza energetica (dall’Audit energetico e studi di fattibilità alla Gestione degli incentivi), avendo l’obiettivo di presidiare l’intero processo.

Nei Paesi “Frenati” risulta la presenza di operatori che offrono servizi di efficienza energetica a completamento dell’offerta di gestione degli impianti che generano o assorbono energia del cliente (imprese che afferiscono al comparto del Facility and plants management). Questi soggetti presentano un’offerta che è principalmente rivolta al segmento industriale e terziario (sia pubblico che privato) e formalizzata attraverso contratti basati sulla garanzia del risparmio energetico. Essi finanziano i propri interventi sia attraverso l’accensione di un debito presto istituti di finanziamento, ma anche e soprattutto ricorrendo al capitale proprio, grazie alle notevoli risorse finanziarie di cui dispongono e si integrano su tutte le attività caratterizzanti la realizzazione di un intervento di efficienza energetica (dall’Audit energetico e studi di fattibilità alla gestione degli incentivi), avendo l’obiettivo di presidiare e gestire l’intero processo.

DUE PROSPETTIVE. A conclusione, si è realizzata un’analisi di benchmark fra gli operatori italiani dell’efficienza energetica ed i loro pari, operanti nei mercati europei più interessanti, considerando due prospettive: (i) la relazione fra i modelli di business degli operatori italiani dell’efficienza energetica e gli operatori appartenenti al medesimo gruppo di Paesi, ossia il gruppo dei Paesi “Frenati” (gruppo 3); (ii) la relazione (conformità) tra i modelli di business delle ESCo italiane e quelli degli operatori afferenti ai principali Paesi europei (Germania, Spagna, UK, Francia), con l’obiettivo di individuare le possibili aree di espansione degli operatori del nostro Paese.

In merito alla prima prospettiva di confronto, gli operatori italiani in maniera analoga a quelli operanti nei Paesi considerati concentrano la propria offerta sui segmenti dell’industria e del terziario, offrono ai propri clienti contratti basati sulla garanzia di raggiungimento di performance di risparmio energetico e sono generalmente molto integrati sulle attività caratteristiche dei progetti di efficienza energetica, ovvero realizzano internamente o si assumono la responsabilità di quasi tutto il processo che porta alla realizzazione degli interventi. Unico elemento distintivo riguarda le modalità di finanziamento: gli operatori italiani, a differenza di quelli operanti nei Paesi europei considerati, preferiscono reperire le risorse finanziarie per i progetti di efficienza energetica dai tradizionali istituti di finanziamento (banche) a causa di una bassa capitalizzazione, notevolmente minore rispetto agli operatori spagnoli, francesi, britannici e portoghesi, che utilizzano anche il capitale proprio quale metodo di finanziamento.

In merito alla seconda prospettiva di confronto, ne emerge come le ESCo italiane potrebbero operare similarmente ai soggetti europei se si considerano i progetti di efficienza energetica su processi produttivi, anche se gli operatori esteri finanziano i propri progetti di efficienza energetica non privilegiando il debito, ma utilizzando anche equity grazie ad una maggiore capitalizzazione. I risultati cambiano notevolmente se si considerano gli interventi su edifici: le ESCo italiane adottano un modello di business completamente differente dagli altri soggetti europei. In particolare, gli operatori tedeschi, spagnoli, britannici e francesi utilizzano ricorse finanziarie differenti ed offrono contratti frequentemente contratti EPC a differenza degli operatori nazionali che offrono abitualmente contratti basati sul risparmio garantito, ma non sempre condiviso.

Leggi anche: “Efficienza energetica, l'analisi del mercato italiano

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