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Vanno agevolate sia le fusioni e le aggregazioni fra imprese che rendono servizi professionali, sia il miglioramento dei processi produttivi del progetto, come il BIM.
Sono queste le prime richieste sulla legge di stabilità 2015 avanzate dall’OICE, l’Associazione delle società di ingegneria e di architettura aderente a Confindustria che riunisce 435 società, con più di 10.000 addetti e un fatturato verso committenti pubblici e privati pari a 1,4 miliardi.
“Abbiamo preso atto – ha dichiarato il presidente OICE, Ing. Patrizia Lotti - che nel disegno di legge vi sono molte positive norme a favore delle imprese che pertanto sono di particolare interesse anche per le società di ingegneria e di architettura. Sono senz’altro condivisibili gli interventi sull’IRAP e sulle assunzioni che anche Confindustria ha valutato positivamente. Riteniamo però che Governo e Parlamento possano migliorare il testo su molti aspetti perché il nostro settore, anche per reggere il confronto con la competizione internazionale, deve essere maggiormente rafforzato nelle dimensioni e nella capacità di innovare i propri processi produttivi”.
NESSUNA SOCIETÀ ITALIANA TRA LE PRIME 100 SOCIETÀ DI INGEGNERIA EUROPEE PER DIMENSIONE. Due sono i terreni sui quali l’OICE ritiene necessario supportare le organizzazioni imprenditoriali che operano nel settore: “Nel corso di questi venti anni la normativa ha consentito la costituzione di numerose società - ci dice Inarcassa che sono più di seimila quelle a loro iscritte a fini contributivi - che operano, in Italia e all’estero, nel settore privato e pubblico, e ne ha anche favorito l’aggregazione attraverso forme consortili stabili. Quanto fatto finora è però largamente insufficiente e il gap con i nostri concorrenti stranieri si è andato sempre più ampliando. La dimensione delle nostre strutture è infatti largamente inidonea a reggere il confronto con i competitors stranieri; si pensi che fra le prime cento società di ingegneria europee per dimensione, non ce n’è neanche una italiana. Bisogna quindi rapidamente invertire rotta e favorire la crescita delle nostre strutture anche prevedendo incentivi e sgravi fiscali che favoriscano processi di aggregazione e fusione, nonché meccanismi agevolativi per le reti di impresa. Si tratta dei primi e urgenti interventi che potrebbero consentire alle nostre imprese di aggredire con maggiore efficacia il mercato internazionale, dove peraltro le nostre società maturano ormai il 40% del loro fatturato globale”.
CREDITO D'IMPOSTA ANCHE PER GLI INVESTIMENTI NEL BIM. Un secondo punto sul quale l’OICE concentra la sua attenzione è quello dei processi: “La legge di stabilità - dice Patrizia Lotti - prevede opportuni meccanismi di agevolazione della ricerca e dello sviluppo, riconoscendo un sensibile credito di imposta. Tutto ciò va nella direzione giusta, ma vorremmo che tali misure fossero effettivamente applicabili anche all’adeguamento dei processi di elaborazione dei progetti rispetto ai quali la sfida che ci giunge dall’Europa e dal resto del mondo è quella di un rapido aggiornamento delle nostre metodologie. Mi riferisco in particolare al BIM (Building Information Modelling), obbligatorio in diversi paesi europei e ormai standard usuale nella progettazione di molti interventi a livello internazionale. Occorre quindi chiarire espressamente che anche gli investimenti che le nostre imprese stanno sostenendo per adeguarsi a questa metodologia siano ricompresi nel credito di imposta. Sarebbe un vero delitto non accompagnare le nostre imprese in questo percorso ormai non eludibile, rischiando di renderle meno competitive a livello internazionale in un momento così delicato per il nostro mercato interno”.
ANCE: NELLA LEGGE DI STABILITÀ MANCANO GLI INVESTIMENTI PUBBLICI. Nell'audizione dinanzi alle Commissioni Bilancio della Camera dei Deputati e del Senato, l'Ance (Associazione nazionale dei costruttori edili) ha lamentato l'assenza nel disegno di legge Stabilità 2015 di investimenti pubblici. Paolo Buzzetti, presidente Ance, ha ricordato che gli investimenti pubblici sono un “fattore di rilancio dell'economia. I numeri sugli investimenti pubblici, -11% nel 2015, -8,8% nel 2016, +0,6% nel 2017, parlano chiaro, la politica economica non trova negli investimenti in infrastrutture un fattore di rilancio dell'economia. Gli stessi investimenti dichiarati improrogabili e necessari, la tutela del territorio contro il dissesto idrogeologico, le scuole, le politiche delle aree urbane, ebbene anche questi sono confinati all'interno di un patto di stabilita', evidentemente, miope e improntato ancora alla visione europea del rigore”, sostiene Buzzetti.
NESSUNA NORMA PER I PAGAMENTI IN CONTO CAPITALE. Nell'audizione il presidente dei costruttori ha denunciato anche l'assenza nella manovra di norme per i pagamenti in conto capitale. Una lacuna che penalizza in particolare “il settore delle costruzioni, escluso, fino ad oggi, dalle misure messe in campo per gli altri settori”.
"Il ddl di Stabilita' 2015 non prevede alcun nuovo stanziamento per il pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione, con particolare riferimento al pagamento dei debiti di parte capitale. Nonostante le misure adottate dal Governo, infatti, i ritardi di pagamento della Pubblica Amministrazione continuano a determinare una situazione di forte sofferenza nel settore delle costruzioni, uno dei settori più colpiti dal fenomeno", ha sottolineato Buzzetti.
L'Ance ha calcolato che restano ancora senza una soluzione 3-4 miliardi di euro di debiti arretrati di parte capitale a fine 2013, a cui si aggiungono i ritardi di pagamento di spese in conto capitale accumulati nei primi 10 mesi del 2014, stimati complessivamente in circa 10 miliardi di euro.

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